Il mediatore linguistico in ambito giuridico: tutto quello che devi sapere

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Commissariati, carceri, tribunali, questure… tutte le volte che il mediatore linguistico viene chiamato ad operare in queste realtà, è richiesta una mediazione in ambito giuridico. 

 

Scopriamo insieme il ruolo del mediatore linguistico in ambito giuridico.

 
 
I tipi di interventi

Gli interventi del mediatore in questo caso possono essere sia di tipo orale, sia di tipo scritto. Solitamente la modalità orale si realizza sotto forma di interpretazione consecutiva se si tratta di incontri faccia a faccia tra un gruppo ristretto di persone, oppure si può optare per la tecnica dello chuchotage se l’intervento avviene in tribunale. La modalità scritta, invece, viene utilizzata per gli atti e tutta la documentazione di traduzione giurata, le rogatorie internazionali e le intercettazioni telefoniche.

 
Il contesto

Il contesto in cui si svolge la mediazione in ambito giudiziario è molto difficile e complesso: è infatti un mondo strettamente regolamentato e l’interprete deve sapere dove posizionarsi, quando parlare e come deve tradurre. 

Il mediatore linguistico che opera in questo ambito non deve solo conoscere perfettamente la terminologia e i sistemi giudiziari dei paesi relativi alle lingue in questione, ma anche saper controllare la propria sfera psicologica. Infatti, un vero professionista deve essere in grado di rimanere neutrale e non farsi coinvolgere emotivamente dalla situazione, né propendere per una parte piuttosto che un’altra.

Per svolgere bene il proprio lavoro, il mediatore deve avere una grande padronanza dei termini giuridici e avere ben presenti le realtà dei paesi in questione, dato che la terminologia non sempre è equivalente da una nazione all’altra (basti pensare alle differenze tra paesi che condividono la stessa lingua, come Stati Uniti e Inghilterra!!).

L’interprete giuridico ha inoltre a che fare con un’ulteriore problematica: spesso, il linguaggio tecnico usato dagli esperti del settore non è comprensibile per un parlante medio. Infatti, il linguaggio giuridico è proprio di determinate figure professionali, come avvocati, giudici, poliziotti, ed è sconosciuto a testimoni, imputati, persone comuni. L’interprete deve quindi essere in grado di passare da un registro elevato e altamente tecnico a registri molteplici, per permettere una totale comprensione. 

 
Le competenze fondamentali

Riassumendo, le competenze richieste sono sia di tipo tecnico:

  • perfetta conoscenza della terminologia
  • perfetta conoscenza dei sistemi giuridici
  • abilità di adattarsi a diverse metodologie traduttive
  • capacità di adeguarsi alle richieste degli operatori giudiziari

sia di tipo psicologico:

  • capacità di resistere allo stress, anche in contesti difficili
  • importanza della neutralità
  • abilità di operare in realtà complesse ed emotivamente pesanti

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